Wednesday, February 13, 2008

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Wednesday, January 16, 2008

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Tuesday, May 1, 2007

L'allevamento del coniglio

Guida Illustrata all'allevamento del coniglioEcco come organizzare l'allevamento L'allevamento del coniglio è un'attività integrativa che può fornire un reddito interessante senza richiedere eccessivi investimenti né di capitali né di manodopera. Questa attività oltre ad interessare gli allevatori part-time per la produzione di ottime carni da consumarsi in famiglia, è anche consigliata per le aziende agrituristiche, per le aziende rurali che praticano la vendita diretta dei prodotti e per quelle aziende che da sole o associate forniscono questo ottimo prodotto alle macellerie e ai ristoranti. È fondamentale organizzare il lavoro Sia che si allevino conigli all' aperto, sia che si utilizzino ambienti chiusi, è sempre necessario organizzare il lavoro La razionale organizzazione dell'allevamento prevede nel nostro caso di utilizzare un vecchio edificio aziendale di cui destinare a questa attività un paio di locali (locale di riproduzione e svezzamento e locale di ingrasso). Questi dovranno essere posizionati nella parte sud dell' edificio allo scopo di usufruire del calore invernale concesso dai raggi solari. La zona più illuminata dovrà essere destinata alla riproduzione e allo svezzamento, mentre per la zona ingrasso non ci sono particolari esigenze di luminosità. A titolo di esempio consideriamo una piccola unità produttiva in grado di portare a maturazione 20-25 capi alla settimana. Svezzando i coniglietti a circa 30 giorni, sono necessarie 24 femmine in riproduzione e 3 maschi. Il sistema prevede l'articolazione delle operazioni d'allevamento suddivise nell'arco di sette giorni, per cui ogni settimana avremo dei parti (nel nostro caso 4 coniglie per volta), ogni settimana si dovranno accoppiare delle coniglie (sempre quattro) ed ogni settimana avverrà la vendita dei capi maturi (considerando una media di 5-6 capi venduti per coniglia e per parto si venderanno 20-25 conigli a settimana). Il ciclo settimanale di allevamento Anche ad un piccolo allevamento rurale è possibile applicare la suddivisione settimanale delle operazioni d'allevamento sia nella zona ingrasso che nella zona riproduzione e svezzamento Un allevamento razionale, per quanto piccolo sia, deve prevedere la cosiddetta «ciclizzazione» del lavoro, cioè la suddivisione in un ciclo settimanale delle attività nei locali di allevamento. Ciclizzare significa quindi organizzare il lavoro in modo tale che ogni giorno della settimana venga dedicato ad una particolare operazione. Volendo impostare questa tecnica nel piccolo allevamento che consigliamo è necessario seguire i punti seguenti: - organizzare il lavoro in modo da ottenere una ciclizzazione settimanale delle operazioni; - ogni settimana puntare ad ottenere gruppi omogenei di femmine gravide. L'allevamento del coniglio può essere convenientemente condotto a livello famigliare o di piccola azienda part-time utilizzando un paio di locali in disuso opportunamente riattati. Nel disegno è visibile lo spaccato dei due locali: il primo, più piccolo, sulla sinistra, destinato alla riproduzione e allo svezzamento in gabbie; il secondo, più grande, sulla destra, adatto all' ingrasso a terra su lettiera con l'ausilio di opportuni recinti. Nel disegno, per ragioni di spazio, i due locali d'allevamento sono stati posizionati accanto all' abitazione, cosa possibile in un allevamento famigliare o per autoconsumo. In caso di attività agricola da reddito si consiglia di informarsi presso il proprio Comune riguardo all' esistenza di eventuali vincoli In questo modo dopo 13 settimane di ciclo produttivo avrete in allevamento 13 gruppi di animali omogenei per età e stato fisiologico e potrete così seguire con razionalità tutto il lavoro di allevamento: 1 - femmine gravide di 26 giorni; 2. - femmine che hanno partorito da 3 giorni; 3 - femmine con nidiate di 10 giorni e in fase di riaccoppiamento; 4 - femmine con nidiate di 17 giorni; 5 - femmine con nidiate di 24 giorni; 6 - femmine con nidiate di 31 giorni; 7 - covate di coniglietti di 38 giorni di età senza madri perché trasferite al punto 1; 8 - conigli di 45 giorni; 9 - conigli all'ingrasso di 52 giorni; 10 - conigli all'ingrasso di 59 giorni; 11 - conigli all'ingrasso di 66 giorni; 12 - conigli all'ingrasso di 73 giorni; 13 - conigli all'ingrasso di 80 o più giorni. Nelle pagine seguenti e nella tabella è descritto nel dettaglio il calendario dei lavori da svolgere giorno per giorno in allevamento. Nell'allevamento prospettato sono portati a maturazione, quindi alla vendita, 20-25 capi alla settimana attraverso il razionale accoppiamento di 24 femmine e 3 maschi Dopo 13 settimane di ciclo produttivo esistono in allevamento 13 gruppi di animali omogenei per età e stato fisiologico. Zona riproduzione e svezzamento in gabbia: 1-Quattro femmine gravide di 26 giorni. 2-Quattro femmine che hanno partorito da 3 giorni. 3 -Quattro femmine con nidiate di 10 giorni e in fase di accoppiamento. 4-Quattro femmine con nidiate di 17 giorni. 5-Quattro femmine con nidiate di 24 giorni. 6-Quattro femmine con nidiate di 31 giorni. Zona ingrasso a terra su lettiera: 7-Covate di coniglietti di 38 giorni senza madri (che sono state trasferite al punto l). 8-Coniglietti di 45 giorni. 9-Conigli di 52 giorni. 10Conigli di 59 giorni. 11-Conigli di 66 giorni. 12-Conigli di 73 giorni. 13-Conigli di 80 e più giorni Sono necessari due locali Nel nostro esempio di allevamento abbiamo preso in considerazione il riutilizzo di vecchi edifici in disuso Consigliamo il riutilizzo di vecchi edifici perché consente di diminuire di molto i costi iniziali relativi alle strutture e in secondo luogo favorisce una parziale ristrutturazione di vecchi edifici colonici che altrimenti verrebbero abbandonati e cadrebbero in rovina. Prima di iniziare un' eventuale ristrutturazione e la preparazione dei locali di allevamento, è consigliabile che prendiate in esame i seguenti punti: - verificate che non vi siano ostacoli di tipo giuridico o disposizioni che ne vietino la destinazione ad allevamento (informatevi presso il Comune); - assicuratevi che il luogo sia asciutto, ventilato e tranquillo; - verificate che vi sia la disponibilità di acqua corrente e di energia elettrica in modo da soddisfare tutte le necessità; - controllate che non vi siano altri allevamenti cunicoli adiacenti per evitare rischi sanitari; - prevedete un piano per la sistemazione razionale delle gabbie per rendere agevoli le operazioni di conduzione; - prevedete un idoneo e funzionale sistema di raccolta ed eliminazione delle deiezioni, onde evitare problemi di inquinamento. Molto spesso i vecchi locali da ristrutturare sono carenti per quanto riguarda l'isolamento e la ventilazione; questo può creare gravi problemi per il. caldo eccessivo d'estate e per il freddo e la condensa nel periodo invernale. Si richiedono pertanto pareti e soffitti tali da garantire un adeguato isolamento. A questo scopo possono essere impiegati molto egregiamente materiali semplici e poco costosi come assi, pannelli di truciolato, lana di roccia, eccetera. Per garantire un buon ricambio d'aria è necessario prevedere delle prese d'aria o meglio ancora ricorrere a dei ventilatori dislocati lungo una parete laterale che,spingano l'aria verso l'esterno. E necessario poi schermare le finestre con una rete molto fitta in modo da impedire l'ingresso ai topi, agli uccelli ed a-gli insetti (zanzare). Il pavimento è meglio che sia in cemento per facilitare la pulizia e la disinfezione del locale. La zona di riproduzione e svezzamento e quella di ingrasso Vediamo come strutturare il piccolo allevamento che prevede di portare a maturazione 20-25 capi alla settimana Zona riproduzione-svezzamento. La zona di riproduzione e svezzamento, situata in uno dei due locali, è costituita da 20 gabbie da riproduzione e svezzamento (con nido), 4 gabbie da gestazione (senza nido) e 3 gabbie per i maschi, che possono essere ospitate comodamente in un locale di metri 7 x 3. L'età del primo accoppiamento per le femmine è di 110-120 giorni (peso da 3.3 kg a 3,5 kg) e per i maschi di 150 giorni. Zona ingrasso. La zona ingrasso, situata nel secondo locale (della superficie di almeno 50 metri quadrati), può essere realizzata a terra su lettiera. In questo caso occorre costruire una ventina di recinti (m 2 x 1 ) con pavimento costituito da uno strato di 5-10 cm di paglia; la divisione tra i vari box è garantita da pannelli in rete alti 50-70 centimetri. Organizzazione del lavoro nella zona riproduzione-svezzamento in gabbie. Circa tre giorni prima del parto la coniglia deve essere alloggiata nella gabbia da parto provvista di un apposito nido dove, dopo averlo imbottito con il proprio pelo, partorisce i coniglietti che si presentano nudi e con gli occhi chiusi. Nel corso della seconda settimana dopo il parto (al decimo o dodicesimo giorno) la femmina viene riaccoppiata. L'accoppiamento avviene di solito nella gabbia del maschio e non viceversa. Se si porta il maschio nella gabbia della femmina infatti, questo si trova disorientato ed inizia ad ispezionare minuziosamente la nuova gabbia prima di interessarsi alla compagna. Le ore migliori per l'accoppiamento sono le prime del mattino e quelle della sera verso il tramonto. È buona norma che l'allevatore assista al salto; un solo atto è sufficiente. Nel caso in cui la femmina rifiuti il maschio, è inutile insistere; meglio riportare la femmina nella sua gabbia e ripetere l'operazione il giorno seguente. Avvenuto l'accoppiamento la femmina viene riportata nella sua gabbia con la precedente nidiata. Verso il 12° giorno dopo l'accoppiamento (a 22-24 giorni dal parto precedente), con la pratica della palpazione del ventre è possibile verificare la gravidanza (si sentono i piccoli); nel caso questa non sia in atto occorre ripetere l'accoppiamento. Dopo lo svezzamento dei coniglietti, a circa 30 giorni dal parto precedente (e cioè a 18-20 giorni di gravidanza), la coniglia viene tolta dalla gabbia da riproduzione-svezzamento e sistemata in una gabbia da gestazione. Qui deve rimanere sino al terzo giorno prima del parto (che avviene al 40°- 42° giorno del parto precedente), quando viene trasferita in una nuova gabbia provvista di nido. Organizzazione del lavoro nella zona ingrasso su lettiera. A svezzamento avvenuto (circa 30 giorni) le nidiate vengono trasferite nell'altro locale in box a terra su lettiera. Ribadiamo che è molto importante creare gruppi omogenei di animali. Nel nostro caso i 20-30 coniglietti nati dai quattro parti settimanali saranno alloggiati in un unico box a terra di metri 2x1. A circa 50 giorni occorre castrare (') i maschi che vengono anche divisi dalle femmine, quindi in un box vengono o-spitate le 10-15 femmine coetanee, mentre in un altro box vengono sistemati i 10-15 maschi castrati. Da qui gli animali verranno spostati soltanto per essere venduti: a tre mesi le femmine, a quattro mesi i maschi castrati. La rimonta La sostituzione dei riproduttori non avviene contemporaneamente per tutti i soggetti, ma è graduale In allevamento tradizionale la carriera riproduttiva delle coniglie è di circa due anni, mentre i maschi possono anche essere utilizzati per tre anni. La sostituzione dei riproduttori non avviene però contemporaneamente per tutti i soggetti ma è graduale. Mediamente ogni anno viene sostituito il 50% dei riproduttori; così in un allevamento famigliare di 24 femmine e 3 maschi, che pratichi ad e-sempio l'incrocio Blu di Vienna per Fulva di Borgogna si potrà verificare questa situazione ottimale: 14 femmine al primo anno di riproduzione (12 Fulva di Borgogna e 2 Blu di Vienna), 10 femmine al secondo anno di riproduzione (9 Fulva di Borgogna e 1 Blu di Vienna). In questo caso la rimonta (14 femmine all'anno) dovrà essere fatta scegliendo le coniglie migliori (conformazione esterna in base allo standard di razza) nate da madri che hanno fornito le migliori produzioni. Per procedere alla valutazione delle migliori riproduttrici è necessario tenere aggiornate le schede delle coniglie specialmente nel primo anno di attività. Valutando in queste schede le caratteristiche materne (numero di coniglietti svezzati e peso medio allo svezzamento) tra le 14 femmine al primo anno di attività (2) verranno scelte 9 femmine Fulva di Borgogna e 1 femmina Blu di Vienna destinate a riprodursi per il secondo anno. Per realizzare la rimonta della linea femminile delle 9 femmine Fulva di Borgogna al secondo anno di riproduzione si procederà all'ulteriore individuazione delle 5 femmine che hanno dato i migliori risultati al primo anno di riproduzione e solo con queste si produrrà la rimonta. Per ottenere un idoneo numero di capi da avviare alla rimonta sarà sufficiente accoppiare per due volte nel corso dell'anno le femmine scelte con il maschio della stessa Tazza, mentre per i restanti accoppiamenti si procederà con l'incrocio. Considerato che da ogni parto si riescono ad allevare mediamente almeno 5-6 capi, da 5 femmine accoppiate in purezza per due volte si otterranno almeno 60 capi (5 femmine per 2 accoppiamenti per 6 coniglietti). Di questi 60 capi circa 30 saranno femmine che dovranno essere allevate con la stessa tecnica con cui vengono allevati i conigli d'incrocio sino al terzo mese di età. A tre mesi di vita, in base alle caratteristiche corrispondenti allo standard, verranno scelte le 12 migliori che andranno a formare la rimonta annua. Dall'unica femmina Blu di Vienna, sempre con due accoppiamenti in purezza si otterranno invece le due femmine che andranno a sostituire le femmine Blu di Vienna al primo anno di attività. Per quanto riguarda i maschi, anche questi possono essere scelti tra i migliori soggetti nati in purezza all'interno dell'allevamento. Per sostituire i riproduttori si può però anche acquistarli all'esterno; in tal modo si semplifica di molto il lavoro, ma non si opera una selezione maschile in allevamento. Quale gabbia scegliere? Tre sono i tipi in uso, ma vi consigliamo quelle a un piano. Le gabbie attualmente in uso presso gli allevatori sono le seguenti: Flat-Dek. Sono disposte su un unico piano, la densità di animali è quindi minore e i costi risultano più elevati. Si possono utilizzare per i riproduttori. Le deiezioni cadono direttamente al suolo dove possono formare una lettiera permanente che deve essere rimossa ogni 8-10 mesi. California. Sono disposte a piramide su due o tre piani. Permettono una maggiore densità di soggetti per metro quadrato con relativo minor costo d'investimento. Le feci cadono su dei piani inclinati che le convogliano in un unico punto. Vengono generalmente adottate per le fasi di rimonta e gestazione. Batteria. Sono disposte su più piani (fino a 4). Il vantaggio sta nel maggiore sfruttamento dei locali. Per contro, abbiamo degli inconvenienti legati alla eccessiva densità, al ristagno di umidità, alla non perfetta circolazione dell’aria e alle difficoltà di accesso alle gabbie. (1)La castrazione è indispensabile in quanto verso i 60-70 giorni di vita i maschi iniziano a manifestare i primi comportamenti territoriali che scaturiscono dalla competizione sessuale. Per questa operazione vedete il n. 10/90 pag. 45, oppure rivolgetevi al veterinario. Nel caso in cui non vogliate praticare la castrazione, dovete comunque dividere i maschi dalle femmine sistemandoli in due box separati. In questo caso però anche i maschi integri dovranno essere macellati a circa tre mesi onde evitare i crudeli ed inutili combattimenti, anche mortali, che avvengono spesso tra di loro. (2) Le femmine al primo anno di riproduzione sono sempre accoppiate con maschi di un'altra razza e tutta la prole è destinata alla vendita. Per il miglior rendimento consigliamo gli incroci tra due razze pure È ormai risaputo che dall'incrocio di soggetti appartenenti a due razze diverse si ottiene una prole con caratteristiche superiori a quelle dei genitori. Questa regola vale anche nell'allevamento del coniglio. Gli incroci che vi consigliamo Dagli incroci si ottengono soggetti rustici, resistenti alle malattie, con caratteristiche senz'altro superiori a quelle dei genitori. I coniglietti di prima generazione, ottenuti dall'incrocio di soggetti appartenenti a razze diverse, vantano doti di rusticità, resistenza alle malattie, incremento in peso e adattabilità ai diversi tipi di alimenti sicuramente superiori a quelle dei genitori. Questi vantaggi si possono però ottenere in soggetti di prima generazione e cioè in coniglietti nati dall'accoppiamento di genitori appartenenti a razze pure; i cosiddetti ibridi a 3 o 4 vie (cioè nati da genitori non puri) invece non presentano gli stessi vantaggi, inoltre in questo caso viene a mancare l'uniformità della prole. I riproduttori pertanto saranno maschi e femmine delle razze pure prescelte che farete incrociare per ottenere coniglietti destinati esclusivamente all'ingrasso. Tra gli incroci più vantaggiosi consigliamo quelli tra le seguenti razze, ricordando che la prima razza che viene indicata per ogni accoppiamento è quella del maschio: — Argentata di Champagne x Fulva di Borgogna. — Fulva di Borgogna x Blu di Vienna. — Nuova Zelanda x California. — Gigante di Fiandra x Fulva di Borgogna. — Nuova Zelanda x Fulva di Borgogna. Le razze pure Eccovi di seguito le principali caratteristiche delle razze che vi consigliamo per l'ottenimento degli incroci da ingrasso. I-Argentata di Champagne Si tratta di una vecchia razza francese di aspetto armonioso e dal corpo robusto, allungato e ben provvisto di masse muscolari. Ha pelliccia caratteristica, formata da peli interamente colorati di nero e peli con estremità bianco argento. L'effetto di questo miscuglio di colori da una colorazione elegante che ricorda l'argento. Una caratteristica di questa razza sono i coniglietti che nascono nudi cor pelle blu-ardesia che dopo qualche giorno si ricopre di pelo color nero ebano Solo all'età di un mese e mezzo o di due mesi i coniglietti cominciano ad argentarsi, prima sul ventre e sui fianchi e successivamente sul dorso e sulle altre parti del corpo. Precoce, ottimo produttore di carne sia allevato in purezza che incrociato con altre razze, questo coniglio de ottimi risultati nell'allevamento rurale. I riproduttori raggiungono il peso di 4,5-5 kg. L'impiego di questa razza si consiglia specialmente per la selezione dei maschi che possono essere utilizzati nell'incrocio con femmine di razza Fulva di Borgogna ottenendo prole con un buon accrescimento. 2-Blu di Vienna È una razza rustica, caratterizzata da una colorazione blu ardesia brillante. Si adatta molto bene all'allevamento rurale in quanto non è molto esigente né da un punto di vista alimentare e nemmeno come ambiente. I riproduttori raggiungono il peso di 4,5-5 kg. Spiccata è l'attitudine materna delle femmine. È consigliabile l'incrocio delle femmine con maschi di razza Fulva di Borgogna. 3-California Questo coniglio si presenta con una pelliccia prevalentemente bianca con o-recchie, punta del naso e punta delle zampe nere. Importato recentemente dall'America è il risultato di un lavoro di selezione condotto per ottenere soggetti produttivi e con carni saporite. È una delle razze generalmente utilizzate nell'allevamento intensivo. I soggetti di razza California sono caratterizzati da una buona resa dei quarti posteriori, mentre gli animali in allevamento possono raggiungere a tre mesi il peso di circa 2,5 kg. I riproduttori raggiungono il peso di 4-4,5 kg. Apprezzabili sono anche la fertilità delle femmine e il loro istinto materno. È da consigliare l'incrocio tra femmine di razza California e maschi di razza Nuova Zelanda per ottenere soggetti più rustici. 4-Gigante di Fiandra È una razza pesante dal portamento e-retto, con il tronco forte ed arrotondato; il corpo, pur ben proporzionato, può raggiungere una lunghezza anche notevole (100 cm). Razza mite, si adatta bene all'allevamento rurale. Si possono ottenere soggetti molto grandi, il peso piuttosto rilevante è uno dei caratteri essenziali di questa razza che deve raggiungere almeno i 5,5 kg. I soggetti più apprezzati raggiungono i 7,5 kg ed oltre. Si consiglia di accoppiare i maschi di questa razza con femmine di razza Fulva di Borgogna per ottenere soggetti rustici, vivaci e di facile accrescimento. Le femmine di questa razza, generalmente più pesanti del maschio, non vengono incrociate con soggetti di altre razze a causa della loro scarsa prolificità. 5-Nuova Zelanda Coniglio con pelliccia completamente bianca importato dall'America e allevato specialmente negli allevamenti intensivi. Racchiude in sé tutte le caratteristiche di un buon coniglio da carne: collo corto e robusto, spalle larghe, tronco posteriore ben sviluppato, zampe ricoperte di fitto pelo. È in grado di adattarsi all'allevamento in gabbie con pavimento in rete. Il corpo è moderatamente lungo, presenta un'ottima conformazione generale ed una proporzionata distribuzione delle masse carnose. I soggetti a-dulti raggiungono i 4-5 kg. Ottima è l'attitudine delle femmine alla procreazione; da buone coniglie si possono avere 7-8 figliate annue. I maschi di questa razza possono essere incrociati con femmine di razza California per ottenere soggetti più rustici e resistenti alle malattie. 6-Fulva di Borgogna È una delle razze più antiche ed il suo allevamento è diffuso da più di due secoli. Il mantello è di colore fulvo, ma non deve preoccupare la comparsa di prole con strisce bianche sulla testa, sul sottogola e sulle zampe in quanto non è molto tempo che la sua colorazione è stata fissata geneticamente. È rustico e prolifico; la femmina inizia la figliatura all'età di 6 mesi partorendo anche 8 piccoli. I nati presentano sino dai primi giorni il tipico colore dei genitori. Caratteristica di questa razza è quella di adeguarsi ai più svariati tipi di alimentazione crescendo facilmente, ma non bisogna alimentarla con parsimonia perché possiede un eccellente appetito. La carne è succulenta. Altre caratteristiche sono la tranquillità e l'attitudine materna. I riproduttori raggiungono il peso di 4 - 4,5 kg. Le femmine vengono generalmente scelte per essere accoppiate con maschi di altre razze. Il maschio invece può essere utilizzato nell'incrocio con femmine Blu di Vienna. Il delicato momento della riproduzione Quello della riproduzione è uno dei momenti più delicati e qualsiasi errore in questa fase può determinare gravi insuccessi nella gestione dell'allevamento. Dopo aver scelto la razza o l'incrocio conveniente dovrete allestire una zona riproduzione-svezzamento con gabbie ed attrezzature idonee. Oltre a curare le gabbie per le femmine è necessario predisporre delle idonee gabbie per i maschi nelle quali avviene la fecondazione delle femmine; queste gabbie sono generalmente rotonde in modo da consentire un più rapido accoppiamento. Tutti gli esiti degli accoppiamenti dovranno essere registrati in apposite schede predisposte sia per le femmine che per i maschi. In questo modo si potrà controllare l'efficienza riproduttiva dell'allevamento. La scheda della femmina evidenzierà il numero di parti all'anno, il numero di nati vivi per parto, il numero di svezzati per parto, ecc. La scheda del maschio servirà per e-videnziare il numero di accoppiamenti positivi e negativi nonché la quantità e le caratteristiche della prole. La luce influenza l'attività sessuale L'attività sessuale delle coniglie dipende anche dalla durata quotidiana dell'illuminazione che deve perciò essere particolarmente curata II coniglio, come tutti gli animali, è influenzato dalla quantità di luce giornaliera. In particolare l'attività sessuale delle coniglie dipende dalla durata quotidiana dell'illuminazione che influenza la produzione di quegli ormoni che stimolano e favoriscono gli accoppiamenti. In mancanza di luce gli stessi ormoni vengono secreti in quantità più ridotta, con conseguente rifiuto di un gran numero di accoppiamenti. La luce ha pure un effetto positivo sul numero degli ovuli maturati e quindi sul numero di coniglietti partoriti, per cui, se la coniglia riceve tutto l'anno la quantità di luce offerta naturalmente dai mesi di giugno e luglio, si può ottenere la massima produzione in ogni periodo dell'anno. La quantità di luce giornaliera (fotoperiodo) necessaria per massimizzare la fecondità delle femmine è di 16 ore. Questa integrazione luminosa è possibile realizzarla appendendo delle lampade a incandescenza al soffitto degli ambienti. Un timer regolerà l'accensione e lo spegnimento della illuminazio-ne in modo da fornire il giusto quantitativo di luce giornaliera. Un analogo effetto positivo della luce non è rilevabile invece nei maschi che comunque la tollerano senza difficoltà; l'importante per i maschi è essere sistemati in ambienti freschi. In ultima analisi, mentre per la zona di riproduzione-svezzamento si dovranno preferire ambienti esposti a sud, i maschi possono essere sistemati o in un locale con esposizione a nord o negli stessi ambienti delle femmine. La scelta della cassetta nido Vi consigliamo le cassette nido esterne e chiuse, meglio se di legno. A fine gravidanza è necessario applicare alla gabbia in cui la femmina partorirà un equivalente della tana, che, per evitare confusioni terminologiche, chiameremo semplicemente «cassetta nido»: ve ne sono di vari tipi e possono essere classificate in base a diversi punti di vista. Una prima classificazione delle cassette nido può riguardare l'ubicazione dentro o fuori dalla gabbia: le strutture interne sono in genere più semplici e meno costose, quelle esterne sono invece più facilmente esplorabili da parte dell'allevatore; con i nidi interni inoltre si ha una temporanea riduzione della superficie della gabbia che non si verifica con quelli posti al di fuori. Una seconda classificazione riguarda il livello del fondo della cassetta rispetto a quello della gabbia: un livello più basso può essere considerato più rispondente al comportamento naturale, infatti, in natura la tana è scavata nel sottosuolo dalla coniglia; l'importante è che, comunque, le pareti siano sufficientemente alte da impedire che la femmina, nell'uscire dal nido, disperda il materiale d'imbottitura provocando una perdita di calore o la precoce uscita dei coniglietti. La cassetta nido può essere poi chiusa o aperta: se è vero che quella a-perta è più facilmente ispezionabile e costa meno, è anche vero che quella chiusa viene più facilmente riconosciuta dalla madre come idonea a formarvi il nido in quanto è più rispondente alle condizioni naturali, per cui diventa più rara l'eventualità che la femmina partorisca fuori di essa; inoltre la cassetta chiusa rallenta la perdita di calore e quindi riduce la quota di mortalità causata dal raffreddamento. Nel caso del piccolo allevamento famigliare vi consigliamo le cassette nido esterne e chiuse; è preferibile che queste abbiano il foro d'accesso a livello del pavimento della gabbia. In questo modo se eventualmente un coniglietto esce dal nido perché è rimasto attaccato al capezzolo della madre potrà rientrare nel nido da solo. Fra i materiali da costruzione si è ormai affermata la lamiera con fondo in rete, ma nel vostro caso vi consigliamo nidi realizzati in legno con fondo in rete sul quale verrà posta una griglia a maglia fine in materiale plastico. L'allevatore non deve solo provvedere a fornire alla coniglia un nido idoneo, ma deve anche preoccuparsi del materiale necessario a formare l'imbottitura del nido stesso. Tale materiale deve risultare economico, igienico e soffice. Fra i materiali utilizzabili di recente sperimentazione, ve ne sono di naturali (sottoprodotti della lavorazione di fibre tessili di origine animale, ritagli di materiali per imbottiture di vestiti) e sintetici (filati a base di poliestere). Nel vostro caso vi consiglio l'impiego di paglia e fieno perché sono materiali facilmente reperibili in azienda ed hanno un costo irrisorio. È tempo di parti Nell' imminenza del parto occorre dotare le gabbie delle cassette nido. Dopo l'evento è molto importante il controllo delle nidiate. L'accertamento della gravidanza può essere fatto tramite la palpazione del ventre della coniglia, possibile già al decimo-dodicesimo giorno dopo il salto. Annotando così la data dell'accoppiamento si può già prevedere la data del parto che avviene dopo 30-31 giorni. Negli ultimi giorni della gestazione bisogna nutrire la fattrice con alimenti sostanziosi. A tale proposito si consiglia la somministrazione di pane, latte, carote, granaglie e foraggio di leguminose. L'introduzione del nido Tre giorni prima del parto (1) il nido deve essere introdotto o agganciato alla gabbia, oppure la coniglia deve essere alloggiata in una gabbia da riproduzione-svezzamento con nido; inoltre bisogna mettere a disposizione della femmina il materiale necessario per imbottirlo (paglia e fieno) controllando che la coniglia costruisca un nido accogliente e abbondantemente imbottito. Certe femmine, infatti, mangiano la lettiera del nido, per cui bisogna aggiungerne di nuova, onde evitare che nidi poco imbottiti non riscaldino a sufficienza la nidiata. Avvicinandosi il momento del parto, la femmina si strappa del pelo dalle cosce, dal ventre e soprattutto dal petto e lo unisce al materiale già presente all'interno del nido, rendendolo più soffice e caldo. Il controllo delle nidiate A parto avvenuto si deve controllare il nido per verificare che tutto proceda regolarmente. Innanzitutto bisogna rimuovere gli invogli fetali, nel caso in cui non siano stati divorati dalla coniglia. Vanno eliminati i coniglietti nati morti e va registrato in una scheda il numero dei nati vivi. Nel caso in cui poi ci si accorga che la femmina si è tolta poco pelo e non ha sufficientemente imbottito il nido, usando le mani si deve togliere con dolcezza all'animale dell’altro pelo dal ventre e dai fianchi, utilizzandolo poi per ricoprire i piccoli. Il controllo dei nidi è indispensabile anche per effettuare il cosiddetto «pareggiamento» delle nidiate. Una coniglia che ha partorito meno di quattro coniglietti conviene, infatti, riaccoppiarla subito ed affidare i piccoli ad una «balia». Coniglie poi con nidiate numerose (oltre 8-9 nati) non sono in grado di accudire tutta la prole e quindi alcuni piccoli devono essere affidati ad un'altra coniglia; per praticare i trasferimenti bisogna però disporre di coniglie con nidiate poco numerose (4-6 piccoli) che abbiano partorito nello stesso giorno. Ad ogni balia comunque non vengono affidati più di tre coniglietti. Il passaggio viene effettuato entro il secondo-terzo giorno di vita di questi. Il momento idoneo è quello subito dopo l'allattamento, in modo che i coniglietti trascorrano 15-18 ore nel nuovo nido prima che la coniglia ritorni ad allattarli e possa riconoscere gli «intrusi». Per ovviare a questo inconveniente è possibile anche strofinare i coniglietti sul mantello della coniglia balia in modo che possano assumerne l'odore. Naturalmente durante questa operazione le mani dell'operatore dovranno essere ben pulite ed eventualmente si consiglia di strofinarle con erbe profumate (timo o maggiorana). Ogni due-tre giorni, poi, occorre aggiungere un po' di paglia per rinfoltire e rinnovare la lettiera. Lo svezzamento Lo svezzamento è sicuramente una delle fasi più delicate; eventuali errori di conduzione possono, infatti, causare la morte dei coniglietti e pertanto l'irrimediabile diminuzione di produttività dell’allevamento. Al momento della nascita i coniglietti sono inetti, cioè incapaci di stabilire una vita di relazione nei riguardi dell'ambiente esterno e sono totalmente dipendenti dalle condizioni ambientali create dalla madre con materiali vari e col proprio pelo; è soprattutto importante che sia mantenuta nel nido la temperatura di almeno 30°C, necessaria alla sopravvivenza nei primi giorni di vita. Tra i principali fattori di mortalità dei coniglietti possiamo ricordare: — parto fuori dal nido; è più frequente nelle primipare che riconoscono meno facilmente, specie con nidi aperti, il luogo predisposto dall'uomo (l'impiego di nidi chiusi elimina quasi completamente il fenomeno); — abbandono della nidiata, dovuto a condizioni di stress o a scarso istinto materno della fattrice; il ripetersi del fenomeno fa prevalere la seconda ipotesi e richiede l'eliminazione della femmina dall'allevamento; — cannibalismo; diverse possono essere le cause che portano una coniglia a divorare la propria prole e tra queste la mancanza d'acqua di bevanda e quindi la necessità di divorare gli embrioni ricchi di acqua, la perversione su base fors'anche ereditaria, le occasionali ferite procurate dalla madre ai piccoli nell'atto di mangiare gli invogli fetali (a questo punto la madre non distingue più fra gli invogli e i piccoli e prosegue divorando questi ultimi); — nido mal preparato per incapacità della fattrice o per errori di conduzione tecnica (nidi troppo ampi o troppo stretti; nidi situati dove la madre è solita depositare i propri escrementi; materiali poco idonei); l'incapacità della fattrice a formare il nido è uno degli elementi che contraddistinguono lo scarso istinto materno e comporta l'eliminazione della fattrice stessa dall'allevamento; gli errori di conduzione tecnica possono invece essere corretti da una maggiore informazione e attenzione; — insufficienza di produzione lattea (incompleto sviluppo dell'apparato mammario; coniglie primipare; malattie della mammella); tale insufficienza può essere assoluta, ed avere una base genetica, oppure essere relativa, nel senso che il numero dei nati è eccessivo rispetto alla potenzialità lattifera della madre. Le malattie della mammella possono essere in parte controllate con criteri igienico-sanitari, mentre fra i fattori che possono essere migliorati mediante la selezione, ricordiamo il numero delle mammelle che è correlato con migliori condizioni di allattamento nelle nidiate numerose; si può pertanto cercare di aumentare il numero di fattrici che possiedono 10 mammelle che attualmente rappresentano circa il 10% del totale (il 2 per mille presenta 11 mammelle); — infezioni batteriche (stafilococcosi) rapportabili a scarsa igiene o a malattie materne (lesioni podali, mastiti); anche in questo caso gli interventi devono a-vere carattere igienico e orientamento preventivo (vedi pag. 21 e seguenti). Le mangiatoie e gli abbeveratoi nelle gabbie da riproduzione e svezzamento La disposizione di mangiatoie e abbeveratoi adatti è essenziale per lo svezzamento dei coniglietti. Nelle gabbie da riproduzione-svezzamento oltre alle normali mangiatoie e abbeveratoi per le femmine si devono anche inserire mangiatoie adatte per i coniglietti in svezzamento. Queste mangiatoie devono essere facilmente accessibili, ma è essenziale che dispongano di setti verticali (antisosta) sufficientemente ravvicinati fra loro, in modo che i coniglietti possano accedere al cibo, ma non insediarvisi. In questo caso, infatti, finirebbero per sporcare e rendere inutilizzabile il mangime, mentre gli altri membri della nidiata avrebbero maggiore difficoltà nell'alimentarsi. Mangiatoie così strutturate presentano inoltre il vantaggio di non poter essere utilizzate dalle fattrici e quindi consentono la somministrazione di un alimento differenziato da svezzamento, maggiormente adatto alle esigenze dei coniglietti. Uguale attenzione va prestata alla disposizione degli abbeveratoi. Se infatti questi non sono bene accessibili, il coniglietto che non può bere o non beve a sufficienza non potrà usufruire a-deguatamente dell'alimentazione solida, data la nota strettissima correlazione fra consumo di acqua e consumo di alimento. A questo proposito bisogna ritenere che il coniglio che esplora l'ambiente abbia maggiore difficoltà a riconoscere ed utilizzare un abbeveratoio a goccia che uno a tazzetta. Quest'ultimo va pertanto sistemato a livello del pavimento della gabbia consentendo anche ai coniglietti di abbeverarsi. L'impiego doppio di mangiatoie e abbeveratoi consente quindi ai coniglietti di utilizzare anticipatamente l'alimentazione solida permettendo un precoce svezzamento. L’alimentazione non crea problemi Il coniglio è un erbivoro che facilmente si adatta all'allevamento in cattività, in quanto è un animale docile e calmo e la sua alimentazione non crea particolari problemi, a condizione che vengano rispettate alcune esigenze fondamentali dell'animale. Innanzi tutto il coniglio è un roditore e i suoi incisivi sono a crescita continua. E necessario quindi mettere a disposizione dell'animale degli alimenti abbastanza consistenti in modo che possa ve-rificarsi l'usura degli incisivi evitandone un'eccessiva crescita. Incisivi troppo lunghi, infatti, determinano con il tempo il deperimento e anche la morte del coniglio. Alimenti consistenti possono essere sia i pellet dei mangimi commerciali che i rami e rametti di alberi (pioppo, salice, gelso, ecc); in questo modo il coniglio può rosicchiare la corteccia delle piante limitando così la crescita degli incisivi. L'alimentazione di base Deve essere la più varia possibile e comprendere molti dei prodotti vegetali reperibili in azienda. Con una corretta alimentazione si prevengono anche talune malattie. Per quanto riguarda l'alimentazione di base del coniglio vogliamo ricordarne i punti fondamentali. Innanzitutto deve sempre essere varia. L'apparato digerente del coniglio, infatti, è ricco di una flora batterica che deve rimanere in «equilibrio» per non creare degli scompensi digestivi. Variare continuamente l'alimentazione del coniglio non è una cosa difficile neanche per chi volesse adoperare solo mangimi commerciali. Per risolvere il problema è sufficiente servirsi di due mangimi prodotti da due ditte diverse. La prima settimana si somministrano agli animali i pellet della prima ditta, la seconda settimana l'alimentazione deve essere mista: 50% pellet della prima ditta e 50% pellet della seconda ditta. La terza settimana si distribuisce solo mangime della seconda ditta. La quarta settimana il mangime viene ancora mescolato e così via. Anche se le due ditte propongono un mangime con le stesse caratteristiche chimiche, le materie che lo compongono saranno diverse o quanto meno in proporzioni diverse. Questo sarà sufficiente per non assuefare l'apparato digerente ad un'unica alimentazione che determinerebbe lo sviluppo solo di un certo tipo di flora batterica che potrebbe causare poi degli squilibri digestivi. L'alimentazione del coniglio deve essere integrata poi con altri prodotti. Ciò sta a significare che dovranno essere utilizzati eventuali sottoprodotti aziendali o famigliari. Erbe, verdure, radici, tuberi, pane, ecc, sono tutti alimenti apprezzati dal coniglio e inoltre contribuiscono a diminuire le spese alimentari. Va precisato però che questi prodotti devono essere inseriti gradualmente nell'alimentazione del coniglio per non determinare squilibri alimentari. Al coniglio pertanto deve sempre essere somministrata un'alimentazione di base costituita da mangimi commerciali, per garantire le esigenze minime di vitamine, amminoacidi, ecc, alla quale si devono aggiungere sottoprodotti aziendali e domestici. Questi alimenti devono però essere somministrati in rastrelliere e non distribuiti sul terreno o sul fondo delle gab-bie. Gli animali potrebbero, infatti, imbrattarli con le loro feci e provocare una dannosa diffusione delle malattie eventualmente presenti. Per l'alimentazione del coniglio, pertanto, oltre alla tradizionale mangiatoia a tramoggia per mangime commerciale, è indispensabile predisporre un'idonea rastrelliera per foraggi. L'alimentazione, infine, deve anche prevenire le malattie legate alla nutrizione. Indispensabile per una corretta alimentazione, infatti, oltre alla qualità e alla quantità degli alimenti, è anche la saliva. Questa sostanza, infatti, acida e ricca di enzimi, è necessaria per una corretta digestione ed è necessario quindi incentivarne la produzione. L'unica maniera per favorire la salivazione nel coniglio è la somministrazione di alimenti «lunghi». I pellet corti e facilmente deglutibili non favoriscono la produzione di saliva e possono provocare disturbi digestivi. Somministrando invece verdure, fieno e paglia il coniglio prima di deglutire deve masticare per sminuzzare l'alimento e in questo modo produce la saliva necessaria per una corretta digestione. Anche il pane residuo dell'alimentazione domestica può essere utilizzato con vantaggio nell'alimentazione dei conigli. La sua composizione media può all'incirca essere così valutata: umidità 30%, proteine 8%, grassi 1%, estrattivi inazotati 60%, ceneri 1%. Data la sua composizione deve, però essere impiegato con altri alimenti che ne integrino le carenze nutritive. Il pane, infatti, pur essendo un alimento molto appetibile e digeribile deve però essere considerato come integratore calorico essendo scarsamente provvisto di proteine, pressoché privo di principi minerali e assolutamente privo di vitamine. Dal punto di vista nutrizionale 1 kg di pane equivale a 2,5 kg di fieno di prima qualità. I principali alimenti verdi prodotti in azienda Molti sono i prodotti e sottoprodotti di origine aziendale che possono integrare con profitto l'alimentazione del coniglio. Angurie e pomodori. Nei mesi estivi questi frutti sono molto appetiti dai conigli, specie perché sono alimenti molto succulenti e rinfrescanti. Le angurie devono essere somministrate a pezzi. I pomodori possono anche essere distribuiti attaccati alla pianta che verrà pure utilizzata come alimento. Barbabietole. La barbabietola da zucchero viene coltivata a scopo industriale. Questa pianta può essere utilizzata anche nell'alimentazione del coniglio. Le radici possono essere conservate e distribuite durante l'inverno. In questa stagione fredda, infatti, quando l'acqua gela per diverse ore della giornata, la possibilità di somministrare alimenti che contengono un 75% di acqua solleva l'allevatore dalla necessità di sgelare gli abbeveratoi più volte al giorno. Le barbabietole sono comunque alimenti energetici, privi di proteine e specialmente di fibra; devono quindi essere somministrate agli animali assieme ad un buon fieno. Le foglie e i colletti possono essere distribuiti in settembre-ottobre. Questi sottoprodotti della raccolta delle barbabietole da zucchero sono molto appetiti dai conigli e rappresentano una non trascurabile fonte di foraggio verde. Un esempio di razione per coniglie riproduttrici: mattino erbe, steli di patate, fagioli e piselli; mezzogiorno barbabietole (radici e foglie); sera erbe appassite e fieno a volontà. Un esempio di razione per conigli all'ingrasso: mattino avena, mais e barbabietole: mezzogiorno piante aromatiche ed erbe; sera barbabietole, mais e fieno a volontà. Carote. Questo alimento può essere distribuito a volontà ai conigli che oltre ad utilizzare le radici gradiscono anche le foglie. Un esempio di razione per coniglietti al secondo mese di vita: mattino carote e foglie di cavoli; mezzogiorno fieno e vecce secche; sera erbe. Cavoli: foglie e torsoli. All'atto della raccolta del cavolo per l'alimentazione umana le foglie esterne vengono eliminate per la quasi totalità. Un orticello di 100 m2 investito a cavoli può produrre come sottoprodotto 400-500 kg di foglie e 40-50 kg di fusti e torsoli. Si può così avere a disposizione per un lungo periodo di tempo dell'ottimo foraggio fresco, molto appetito dai conigli. Il suo valore energetico è paragonabile a quello di un buon prato ed inoltre la notevole ricchezza di sostanze minerali come il calcio ne consiglia la somministrazione alle coniglie allattanti. Un esempio di razione per femmina in riproduzione: mattino il torsolo di un cavolo e erbe; mezzogiorno patate, ramoscelli; sera fieno e mele o pere. Erbe varie. Il coniglio è un ottimo utilizzatore di erbe e questa sua caratteristica può contribuire ad un notevole risparmio economico determinato dal minore acquisto di mangime, inoltre incentiva la pulizia dell'azienda e di conseguenza l'allontanamento dei ratti. Tutte le erbe spontanee e infestanti che crescono nelle nostre aziende possono essere raccolte e utilizzate nell'alimentazione del coniglio contribuendo ad un'adeguata pulizia di viali, fossi e muri. Un esempio di razione per conigli da 60 giorni in su: mattino erbe non completamente secche, sorgo, barbabietole; mezzogiorno erbe fresche; sera erbe non completamente secche. Essenze aromatiche. Anche le piante aromatiche, come il prezzemolo, il timo, la menta, il finocchio selvatico, il cerfoglio, la querciola, il rosmarino, la ruta, la salvia, la lavanda, la camomilla, il ginepro, l'anice, l'assenzio, il basilico, la melissa e molte altre possono essere utilizzate nell'alimentazione del coniglio. Naturalmente devono essere utilizzate solo quando disponibili e specialmente per abituare gli animali a gusti diversi e per sfruttare le proprietà curative di alcune di loro. Alcune specie, infatti, agiscono come ottimi eccitanti dell'appetito, altre, quali l'aglio, la cipolla ed il rabarbaro, svolgono sovente una vera e propria azione preventiva nei riguardi di talune malattie gastro-enteriche e verminose. Fieno. Tutti i tipi di fieno sono un ottimo alimento per i conigli. Maggiori poi sono le essenze che contribuiscono a formare il prato e migliori sono le caratteristiche di questo alimento. I vantaggi determinati dalla somministrazione del fieno sono molteplici e oltre al valore nutritivo va ricordata anche la capacità di questo alimento di mantenere in ottimo stato la digestione del coniglio. Gli steli delle essenze che costituiscono il fieno prima di essere ingeriti devono, infatti, essere accuratamente masticati. Tale operazione determina un'abbondante produzione di saliva che con la sua acidità contribuirà a mantenere sano il coniglio. Specialmente in primavera poi, quando si inizia la somministrazione di alimenti freschi, il fieno contribuisce a tamponare l'eccesso di umidità apportata dagli alimenti succulenti evitando meteorismo e pericolose diarree agli animali. Un esempio di razione per conigli da 60 giorni in su: mattino fieno e barbabietole; mezzogiorno ramoscelli secchi e avanzi dell'orto; sera erbe o foglie e rametti di alberi. Foglie e fronde di alberi. Le foglie e le fronde degli alberi si inseriscono perfettamente nel ciclo dell'allevamento famigliare del coniglio. La loro raccolta va fatta nel periodo di massimo sviluppo della parte fogliare e comunque sicuramente prima del loro ingiallimento. Anche l'ora della raccolta ha la sua importanza. Il momento in cui le foglie sono più ricche di sostanze nutritive è all'incirca verso il tardo pomeriggio delle giornate calde e chiare. Le foglie vengono raccolte in sacchi e, se possibile, subito destinate all'alimentazione dei conigli. L'appassimento, infatti, ne riduce le caratteristiche nutritive. Le foglie di alberi, quando economicamente disponibili, possono essere utilizzate vantaggiosamente soprattutto nell'alimentazione dei riproduttori e delle femmine gravide. Un esempio di razione per conigli da 60 giorni in su: mattino mondature di alberi, ramoscelli verdi, finocchio; mezzogiorno fieno ed erbe; sera mondature di alberi e siepi e un torsolo di cavolo. Un esempio di razione per maschi riproduttori: mattino erbe; mezzogiorno foglie di alberi e frutta; sera foglie di alberi e carote. Mais. La granella essiccata (13-14% di umidità) può essere somministrata agli animali sfusa o ancora attaccata al tutolo sotto forma di pannocchia intera. Una buona granella di mais contiene infatti un 9-11% di proteine ed un 65-70% di zuccheri. È però scarsa di fibra. Questa carenza verrà però equilibrata dai tutoli della pannocchia che contengono circa il 32% di fibra grezza. Melanzane. Gli scarti domestici di questa verdura possono essere utilmente utilizzati nell'alimentazione del coniglio. La dose giornaliera da somministrare non deve superare il 6-8% della razione. Questo sottoprodotto abbastanza appetito dal coniglio presenta una percentuale di proteine del 19%eun33-34% di fibra. Mele e pere. Durante l'inverno, quando si registra scarsità di foraggi verdi, le mele e le pere possono essere distribuite ai conigli come integrativo dell'alimentazione in pellet. Oltre ad essere degli ottimi alimenti questi frutti sono da considerarsi anche come una strategica bevanda invernale. Questo alimento è inoltre da ritenersi un'integrazione ricca di zuccheri e pertanto molto energetica. Ortiche. È una pianta ben nota come infestante ed è un alimento molto appetito dai conigli. Dopo la raccolta va lasci i per 8-12 ore ad appassire, poi può essere distribuita agli animali. Si può raccoglierla inizialmente a maggio e poi: ad agosto e a ottobre. È bene raccoglierla prima che superi il metro d'altezza perché poi gli steli, diventati grossi e duri, non sono più appetiti. Orzo. L'orzo è un cereale che entra normalmente nella composizione dei mangimi composti. Può anche essere impiegato sotto forma di orzo germinato. La germinazione dell'orzo si ottiene utilizzando dei particolari germinato: per la produzione di foraggio fresco dì somministrare agli animali (bovini, ovini, equini, suini, conigli e perfino pollame) in sostituzione di una parte dell'alimento secco. Le vitamine che vengono prodotte nella germinazione dei cereali (E, B, C, D) e l'aumento di quelle normalmente presenti (E, B) possono indurre miglioramenti, soprattutto sulle attività relative alla sfera sessuale, e sull'utilizzazione digestiva degli alimenti, consentendo nel contempo un risparmio dei mangimi composti. Un esempio di razione per conigli all'ingrasso: mattino impasto di patate e farina d'orzo; mezzogiorno mais ed erbe; sera avena e piante aromatiche. Patate. Questi tuberi, utilizzati generalmente per l'alimentazione umana quando sono in eccedenza o quando si dispone di scarti, possono essere convenientemente impiegati cotti (per una migliore appetibilità) nell'alimentazione del coniglio. Agli animali, oltre ai tuberi, possono anche essere somministrate le foglie. Un esempio di razione per conigli all'ingrasso: mattino fieno e verdure: mezzogiorno patate; sera barbabietole. Peperoni. I sottoprodotti dei peperoni sono abbastanza appetiti dal coniglio Con una composizione media di proteine pari a circa il 20% e con una quantità di fibra che si aggira attorno al 30-32%, questo sottoprodotto può essere utilmente impiegato nell'alimentazione di questi animali. La dose consigliata è di non oltre il 20% della razione. Pesche. Questo frutto è facilmente reperibile in estate. Alimento ricco di zuccheri e pertanto energetico, deve inoltre essere considerato soprattutto come alimento succulento e ricco di acqua. Nei mesi estivi quindi, quando nelle prime ore del pomeriggio l'acqua degli abbeveratoi è ormai riscaldata dal sole, i conigli gradiscono la somministrazione di pesche e altri alimenti succulenti. Piselli. Durante i periodi di massima produzione è possibile reperire o avere disponibili in azienda grosse quantità di sottoprodotti (baccelli e steli) che sono appetiti dal coniglio. Questi sottoprodotti presentano un tenore di proteine che varia dal 19 al 20%, mentre la fibra grezza si aggira attorno al 20-22%. La dose consigliata nell'alimentazione del coniglio non deve superare il 20% della razione. Un esempio di razione per maschi riproduttori: mattina steli secchi e bucce di pisello; mezzogiorno erbe 500 grammi, prezzemolo o finocchio, una pesca; sera una manciata di residui di mela, barbabietole, cardi o piante spinose. Un esempio per femmine riproduttrici: mattino bucce di piselli ed erbe; mezzogiorno orzo e avena; sera avanzi di cucina e foglie di alberi. Verdure. Tutti i prodotti dell'orto e i residui dell'alimentazione umana (non conditi) possono entrare a far parte della vasta gamma di alimenti integrativi per il coniglio. Lattughe, insalata, finoc-chi, sedani, cicoria, rape, ecc. sono molto appetiti dai conigli e la loro somministrazione contribuisce ad abbassare i costi alimentari. Questi alimenti devono sempre essere somministrati in rastrelliere per evitare che gli animali li imbrattino con le feci. Vite: foglie e tralci. Sia nel periodo estivo quando si sfogliano le viti per accelerare la maturazione dei grappoli che in inverno quando si procede alla potatura delle piante, i sottoprodotti della vite possono essere impiegati nell'alimentazione dei conigli. Questi residui aziendali apportano ai conigli sia fibra che energia e soprattutto contribuiscono a mantenere varia l'alimentazione di questi animali regolando la fisiologia dell'apparato intestinale. Zucchine. Questo prodotto, se disponibile in azienda, può essere utilizzato nell’alimentazione del coniglio in dosi non superiori a circa il 20% della razione. I sottoprodotti di questa verdura, ben appetiti dal coniglio, presentano un tenore proteico pari a circa il 30-32% con scarsa quantità di fibra. Alcune precauzioni. Quando si somministrano foraggi verdi bisogna accertarsi che questi non siano bagnati dalla pioggia o dalla rugiada, perché in questo caso possono provocare diarrea. Se gli alimenti verdi sono bagnati, si consiglia di farli asciugare per almeno una giornata prima di distribuirli. Se proprio non fosse possibile questa pratica si consiglia di mescolarli con paglia o foraggi secchi in misura del 50%. Durante l'inverno l'insufficienza di foraggi freschi verrà ovviata con la somministrazione di frutta, tuberi e verdure, oppure di semi germinati (orzo e avena). Bisogna inoltre prestare attenzione ai cambi di alimentazione che non devono mai essere bruschi, specialmente al passaggio da un'alimentazione invernale secca ad un'alimentazione primaverile più umida. Questo consente di evitare fastidiosi disturbi digestivi agli animali che determinano sempre gravi stress d'allevamento. Per quanto riguarda la somministrazione di foglie di alberi, è opportuno lasciarle attaccate ai ramoscelli per evitarne l'essiccamento. Il fieno va tagliato col trinciaforaggi per renderlo più accetto agli animali, per ridurne lo spreco e perché così si può somministrarlo misto ad altri cibi; non deve però essere tanto corto da cadere dalle rastrelliere: se dato da solo è bene spruzzarlo con acqua salata. L'importanza dell'acqua Il consumo d'acqua varia secondo l'età e lo stato fisiologico dell'animale. Non bisogna mai somministrarla fredda. II fabbisogno d'acqua in questi animali è molto variabile a seconda della loro età e del periodo fisiologico. Le femmine con nidiata consumano circa 3,5-4 litri d'acqua al giorno. Durante questo periodo, infatti, la produzione giornaliera di latte (circa 250 grammi per femmina) ed il consumo dei piccoli fanno di molto aumentare la necessità di acqua. Conigli in allevamento e femmine gravide, invece, hanno un consumo medio di mezzo litro di acqua a testa al giorno. Questo quantitativo naturalmente può essere influenzato dal tipo di alimentazione somministrata. I foraggi freschi, che contengono dall'80 al 90% d'acqua, fanno sicuramente diminuire il consumo d'acqua di bevanda rispetto agli alimenti secchi o ai mangimi che invece contengono il 12-15% d'acqua. Bisogna inoltre prestare attenzione alla temperatura dell'acqua di bevanda; questa non deve essere mai troppo fredda in quanto può provocare delle enteriti (infiammazioni dell'intestino) determinando stress negli animali. Malattie: puntiamo sulla prevenzione Svariate sono le malattie che colpiscono i conigli e altrettanti sono i motivi che le determinano. In linea generale si può affermare che tre sono i fattori principali che possono causare una malattia: i fattori ambientali, l'animale stesso e naturalmente la presenza dell'agente che provoca la malattia. Per fattori ambientali si intendono tutti i condizionamenti esterni determinati dall'allevatore nell'impostazione e nella gestione dell'allevamento: con-centrazione di capi, temperatura, umidità, alimentazione, tipo di gabbie o recinti, ecc; sono tutte condizioni che se mal gestite possono determinare il deperimento dell'animale. Situazioni avverse al benessere dell'animale rientrano nel concetto di «stress», il quale può essere di natura climatica (temperature ambientali inadeguate), alimentare (privazioni di cibo o di acqua), fisica (rumore, fotoperiodo) oppure dovuto a disturbi di altro tipo. Queste situazioni debilitanti possono poi avere più o meno presa in base all'individualità dell'animale allevato. Razze selezionate e altamente produttive sono sicuramente più deboli di razze rustiche e locali. Specialmente nell'allevamento rurale, poi, è necessario scegliere razze rustiche e preferire gli incroci di prima generazione, perché si ottengono animali più resistenti alle malattie d'allevamento. Infine perché si abbia lo sviluppo di una malattia è indispensabile che vi sia la presenza nell'allevamento di virus, batteri o altri agenti. È fondamentale la prevenzione È sempre meglio prevenire che curare. Vediamo come L'allevatore deve imparare a conoscere gli animali, a comprenderne le esigenze e a riconoscere le situazioni di malessere che anticipano sempre l'insorgere della malattia. Una gestione tecnica efficiente deve tener conto di tanti piccoli aspetti che, presi uno per uno, potrebbero apparire di trascurabile o secondaria importanza, ma che nel loro insieme fanno invece la differenza e qualificano il vero allevatore. È necessario allora: — l'impiego di mangimi di fresca preparazione e di recente arrivo; — la pulizia accurata delle tramogge e delle mangiatoie per impedire e prevenire lo svilupparsi ed il moltiplicarsi di miceti (muffe e lieviti) e di germi nei residui di mangime; — la pulizia frequente degli abbeveratoi, delle tubazioni e delle canalizzazioni dell'acqua da bere, seguita da disinfezione; — il controllo e la lotta contro ogni sorta di insetti, specialmente zanzare, mediante reticelle protettrici applicate alle finestre e alle aperture sull'esterno, ri1 correndo, in caso di necessità, anche all'impiego di insetticidi; — la disinfezione degli stivali all'entrata nell'allevamento mediante immersione in contenitori di soluzioni disinfettanti del commercio; — lavarsi e disinfettarsi le mani e gli avambracci dopo il contatto con gabbie ed animali, specialmente in casi d'infezione o di sospetta malattia; — la quarantena di almeno un mese per i soggetti di nuovo acquisto che dovranno provenire da allevamenti di accertata ed ineccepibile sanità; — provvedere alla pulizia ed alla disinfezione delle gabbie dopo aver eliminato ogni residuo di sudiciume con spazzole a fili metallici o arnesi analoghi. Questa operazione, estremamente importante, deve comprendere lo smontaggio e l'immersione dei singoli componenti la gabbia dapprima in acqua contenente un detersivo del commercio e successivamente in una soluzione disinfettante (tipo crcolina alla dose consigliata in etichetta); — è consigliabile adottare anche in coniglicoltura la tecnica ormai utilizzata in quasi tutte le attività intensive zootecniche del «tutto pieno - tutto vuoto» per ogni locale di allevamento o, al limite, comparto per comparto. Nel periodo di vuoto sanitario si praticano pulizie accurate e disinfezioni ripetute per ogni superficie interna (pavimento, pareti, infissi, porte e finestre) e per ogni altra suppellettile inamovibile (1). Nelle tabelle delle pagine seguenti abbiamo riportato le malattie che più frequentemente colpiscono il coniglio e le relative misure sanitarie da adottare. (1) A volte il vuoto sanitario non è realizzabile in quanto la continua nascita settimanale di coniglietti non consente mai di svuotare del tutto la zona riproduzione-svezzamento e la zona ingrasso. In questo caso si eseguirà una pulizia a secco dei box interessati rimuovendo la vecchia lattiera e aggiungendo un nuovo strato di paglia. Se non si sono registrate particolari situazioni patologiche è possibile non rimuovere la vecchia lattiera e aggiungere uno strato di 5-10 cm di paglia nuova.

Thursday, February 1, 2007

Lavori Novembre Dicembre - Allevamenti - Animali di media taglia

Pecore da carne Lavori. Durante il primo mese di vita gli agnelli vengono alimentati ed accuditi dalle pecore stesse e il vostro intervento di norma non si rende necessario a meno che non insorgano problemi. Dopo tale periodo � opportuno mettere a disposizione degli agnelli del mangime specifico per animali in svezzamento che va ad integrare il latte materno. Per garantire un'alimentazione adeguata ai piccoli ed evitare che le pecore accedano al mangime degli agnelli potete realizzare un piccolo recinto in stalla che funzioni da «filtro» lasciando passare gli animali piccoli e non quelli grandi. Un modo molto semplice per realizzare questa soluzione � la costruzione di un recinto con tavole di legno orizzontali sfruttando un angolo della stalla. Le tavole vanno poste ad una distanza tale da non consentire il passaggio delle pecore ma solo quello degli agnelli (20 cm). Il recinto, alto 1,4 metri non pu� essere saltato dalle pecore. Piccolo recinto per la stalla delle pecore che consente un passaggio selettivo dei soli agnelli che possono casi accedere alla mangiatoia a loro riservata Esistono in commercio, presso ditte specializzate, mangiatoie per agnelli che sfruttano lo stesso principio filtrante, in cui possono introdurre la testa solo i piccoli e che possono essere tenute anche all'aperto sui pascoli in modo che gli agnelli vi abbiano sempre accesso. In questo caso una mangiatoia centrale � protetta da una griglia attraverso la quale gli agnelli possono affacciarsi e alimentarsi. La struttura ha forma e peso tali da non poter essere ribaltata. Tutti gli agnelli, maschi e femmine, possono stare nel gregge fino al momento della macellazione o dello svezzamento nel caso di animali da rimonta. L'allontanamento dei piccoli deve coincidere con l'asciutta delle pecore. Un'alimentazione molto povera pu� favorire la cessazione della produzione lattea. Il periodo dello svezzamento, accompagnato dalla variazione alimentare, pu� essere molto traumatico e dunque rappresenta un momento delicato in cui � necessario un accurato controllo soprattutto delle mammelle. In alcuni animali particolarmente produttivi pu� verificarsi la necessit� di qualche mungitura per eliminare l'eccesso di latte. Lo svezzamento delle agnelle da rimonta di solito non crea problemi, in quanto i giovani animali sono gi� avvezzi all' alimentazione solida. Infatti dopo qualche giorno di crisi dovuto all'allontanamento delle madri la situazione assume un andamento normale. Le agnelle devono ricevere circa 400 grammi al giorno di mangime da svezzamento, che dopo il compimento del secondo mese di vita deve essere gradualmente sostituito con mangime per animali in crescita. Somministrate inoltre foraggio di buona qualit� a volont�. Le agnelle devono essere tenute lontane dalle madri per alcuni mesi e questo determina anche il vantaggio di potere allevare lontano da pascoli infestati evitando cos� il pericolo di parassitosi. Inoltre l'alimentazione secca consente un buon sviluppo del rumine che � presupposto fondamentale per la salute della pecora. Interventi sanitari. Particolare attenzione in questo periodo bisogna avere nei confronti degli agnelli per prevenire le pi� diffuse malattie neonatali. Di solito animali allevati con le madri in buone condizioni ambientali non si ammalano facilmente, ma proprio la permanenza in stalla in promiscuit� con gli adulti pu� creare le condizioni adatte per l'insorgenza di alcune pericolose malattie. Ricordiamo la coccidiosi che si manifesta negli agnelli tra gli 1 e i 4 mesi con diarrea di colore scuro striata di sangue. Pu� portare ad un serio deperimento e nessita dell'intervento del veterinario per una diagnosi sicura e per stabilire una opportuna terapia a base di sulfamidici. Se curata adeguatamente non comporta conseguenze. Le colibacillosi, provocate da Escherichia coli, sono infezioni che si verificano soprattutto in condizioni ambientali caratterizzate da scarsa igiene; vanno pertanto prevenute mantenendo una scrupolosa pulizia dei ricoveri. Un'altra malattia degli agnelli sostenuta da vari microrganismi, tra cui ancora Escherichia coli, � l'artrite che si manifesta con febbre alta seguita da zoppiccature e rigonfiamento delle articolazioni. Se individuata per tempo, con una adeguata terapia a base di antibiotici e sulfamidici si pu� risolvere; � quindi opportuno richiedere immediatamente l'intervento del veterinario all'insorgere dei primi sintomi. Dopo lo svezzamento degli agnelli, nelle zone in cui c'� il problema, potrete effettuare il trattamento vermifugo contro la fascioliasi alle pecore asciutte (rivolgetevi al veterinario). La somministrazione di un vermifugo alle pecore asciutte. In questa stagione pu� essere opportuno il trattamento contro la fascioliasi

Lavori Novembre Dicembre - Allevamenti - Uccelli

UCCELLI Canarini Lavori. I canarini mantenuti all' aperto vanno nutriti con cibi calorici, come il pastoncino all'uovo e i biscotti. Pure molto nutrienti sono i bastoncini ricoperti di granaglie impastate con il miele, reperibili facilmente nei negozi di ornitologia. Assicuratevi un paio di volte al giorno che l'acqua non geli negli abbeveratoi, ed abbiate cura di mantenere sempre efficienti le coperture di protezione attorno alle gabbie e alle voliere. Praticate sempre qualche forellino in tali coperture affinch� non si crei condensa all'interno. I canarini tenuti al chiuso svernano tranquillamente anche con un'alimentazione meno ricca, ma il pastoncino all'uovo � comunque sempre consigliabile. Cominciate sin da ora a scegliere, tra i canarini che svernano in voliera. i riproduttori per la prossima stagione di cove;fate conto di tenere sempre un maschio e un paio di femmine come scorta Con il mese di dicembre � meglio separare i maschi dalle femmine e cominciare a pensare agli accoppiamenti da fare nella prossima primavera. Non programmate la cova di troppe coppie rispetto allo spazio a disposizione, dato che il sovraffollamento nuoce sicuramente alla buona riuscita delle covate. Fate conto tuttavia di tenere un maschio e un paio di femmine «di scorta», nel caso si verificassero perdite improvvise durante l'inverno. Interventi sanitari. Siamo nella stagione in cui fanno pi� facilmente la loro comparsa le malattie respiratorie da raffreddamento, soprattutto nei canarini tenuti in casa e portati di quando in quando all'aperto (� una cosa che non si dovrebbe mai fare). Non sottovalutate i sintomi respiratori che indicano malessere (respiro rumoroso e faticoso a becco aperto, sibili e/o rantoli) perch� la resistenza dei canarini alle malattie dell'apparato respiratorio � molto bassa e un semplice raffreddore pu� diventare in due o tre giorni una broncopolmonite letale. Ecco come somministrare al canarino sofferente un farmaco per aerosol con l'apposito apparecchio Il canarino sofferente va posto al caldo e curato per quattro o cinque giorni con antibiotico nell'acqua da bere (per esempio Nuovo Corisan, 5 g in un litro d'acqua) e possibilmente con prodotti balsamici per aerosol. Se disponete dell'apparecchio per fare le inalazioni, curare il volatile per aerosol � molto facile: basta ricoprire interamente la gabbia con un cellofan provvisto di un foro nel quale va inserito il bocchettone dell'ampolla di vetro che contiene il farmaco consigliato dal veterinario (per esempio Fluimucil). Un paio di aerosol al giorno della durata di 10-15 minuti ciascuno generalmente bastano a guarire in breve tempo la maggior parte delle affezioni respiratorie non complicate. Pappagalli Lavori. I pappagalli ritirati in casa per l'inverno, al caldo e con diverse ore di luce artificiale, possono manifestare il desidero di covare. La riproduzione in questo periodo pu� giungere a buon fine, tuttavia sarebbe meglio attendere la primavera per non snaturare troppo i ritmi biologici. Ricordate che se uno o entrambi i riproduttori sono in muta, nella quasi totalit� dei casi le uova deposte risultano infeconde. Spesso � proprio il passaggio dall'ambiente esterno a quello domestico, con condizioni di calore e luminosit� innaturali per questa stagione, a innescare nei pappagalli il ricambio del piumaggio, dato che questi volatili sovente mutano le penne indipendentemente dalla stagione. Per far s� che non si verifichino tentativi di riproduzione indesiderati, che oltrettutto stancano i riproduttori, provvedete a togliere le cassette-nido, se queste sono presenti nella gabbia. L'assenza del nido di regola distoglie gli uccelli dall'interesse verso la cova. Tutt'al pi� possono venire deposte alcune uova sul fondo della gabbia, uova che dovete eliminare immediatamente per evitare che la femmina si adatti a covare al suolo. Interventi sanitari. � piuttosto alta la percentuale di pappagalli, soprattutto quelli appartenenti alle specie pi� grosse, che presenta infestazioni di parassiti intestinali. Tra questi uno dei pi� comuni � la tenia, un verme piatto lungo diversi centimetri (anche 30-35 cm), che causa un lento e progressivo dimagrimento del pappagallo. Si pu� diagnosticare la presenza di parassiti intestinali attraverso un esame delle feci effettuato al microscopio dal veterinario. In caso di riscontro del parassita va somministrato a tutti i pappagalli un adatto vermifugo (per la tenia ad esempio Droncit, ½ compressa ogni 5 kg di peso corporeo, da somministrare polverizzata nel cibo o nell'acqua da bere per due volte a distanza di 15 giorni). Piccoli esotici granivori Lavori. � di rigore l'alloggiamento al chiuso per quasi tutti i piccoli esotici, uccelletti provenienti dai paesi caldi e quindi assai sensibili ai rigori invernali. Da un lato ci� vi consente di godere maggiormente della loro compagnia, dall'altro la collocazione della gabbia nel!' ambiente domestico comporta un maggiore lavoro di pulizia del fondo e dei posatoi, dato che gli escrementi dei piccoli esotici emanano di regola un odore sgradevole. Per ridurre tale inconveniente, potete impiegare, per ricoprire il fondo della gabbia, la sabbia assorbente per la lettiera dei gatti, ma solo se esiste una griglia che impedisca agli uccelli di becchettarla. Questa sabbia infatti ha un forte potere assorbente e, se ingerita, provoca effetti disastrosi sulle mucose interne dell'apparato digerente. Interventi sanitari. Nessuno. Piccoli esotici insettivori Lavori. In questo periodo gli insettivori tenuti all'aperto hanno terminato la muta e presentano un piumaggio folto e perfetto che consentir� loro di superare senza danni l'inverno. Ci� non toglie che, per garantire una maggiore protezione da eventuali correnti fredde, sia meglio schermare su due-tre lati la voliera con del robusto nailon. Durante i mesi freddi � utile somministrare cibi che forniscono un buon numero di calorie: frutta secca (in particolare pinoli), miele e il solito pastoncino del commercio. Per gli insettivori posti in gabbie all'interno delle mura domestiche non esistono problemi di sorta. Abbiate solo l'accortezza di tenerli, se possibile, in locali non riscaldati, oppure lontani dalle fonti di calore che potrebbero causare mute fuori stagione o addirittura affezioni respiratorie (asma, bronchiti, ecc.) poi difficili da debellare . Sempre i soggetti tenuti in casa possono in questi mesi essere liberati nella stanza una o due volte alla settimana, ci� consente loro l'esercizio del volo che li irrobustisce e favorisce il mantenimento di un piumaggio perfetto. Dovrete per� adottare alcuni accorgimenti per evitare che insorgano inconvenienti: prima di aprire lo sportellino della gabbia provvedete a chiudere le finestre e le tende in quanto gli uccelli potrebbero andare a sbattere contro i vetri con conseguenti gravi danni; lo stesso vale per gli specchi che devono essere coperti oppure tolti; aprite lo sportellino a molla della gabbia pi� vicino a un posatoio e mantenetelo aperto con un altro posatoio in modo che gli uccelli possano avere un punto di riferimento per l'uscita e il rientro nella gabbia. Agli insettivori tenuti all'aperto potete fornire miele negli appositi contenitori; si tratta di un cibo calorico che li aiuta a superare i rigori dell'inverno Interventi sanitari. Nessuno.